domenica 6 settembre 2015

IL MUSEO DI CAPODIMONTE PER #museiaperti: MUSEO CHIUSO...

Museo di Capodimonte ‪#‎museiaperti‬ ma #museochiuso

È sempre bello incrociare un politico in queste occasioni, specie se è in incognito, specie se senza scorta, specie se puoi scambiarci una battuta.
Non è importante per me il colore di appartenenza di una persona che visita un museo italiano ma la buona volontà.


Allora...
Museo di Capodimonte.
Oggi era visitabile solo il III piano ma gli spazi della mostra di Vincenzo Gemito (che fortunatamente avevo già visto) e tutta la Galleria Napoletana (la Flagellazione del Caravaggio, il polittico "Storie della Passione" ed altre cose), erano interdetti per un problema tecnico all'aria condizionata.
Almeno così hanno detto i custodi.

TEMPERATURA
Alta. La prossima volta mi porto un "termometro" ma secondo me si stava prossimi ai 28°.

WI-FI
Libero. Gratis. Ma con bassissima copertura. In alcune zone del tutto assente.

BAMBINI
Non credo di essere un fascista che odia i bambini, ma alcuni dovrebbero essere tenuti legati al guinzaglio e con museruola.
Un amico che lavora lì come custode mi ha fatto notare alcune decorazioni ligneee di tavolini del '700 divelti da ragazzini.

LUCE
Sostituirei le tende dei balconi con altre di colore nero perché troppi dipinti non si riescono a vedere frontalmente senza riflessi.

FLASH CODE
Reclamo ormai da anni l'assenza dei QR code sulle targhette didascaliche per approfondirne in tempo reale i contenuti. Eppure... che ce vò?!!

SEGNALETICA
All'ingresso, varcando il cancello del palazzo, un totem con testo chiaro su fondo scuro.
Sai io dove li metterei questi totem?

BOOKSHOP
La solita storia: il monopolio Electa incombe, alias Mondadori, alias Don Silvio.
Immaginiamoci un turista cosa potrebbe immaginare vedendo il 90% circa dei libri di un bookshop prodotti dallo stesso editore...
Penserebbe che non esistono altri editori capaci di fare guide e cataloghi dei Beni Culturali?
O potrebbe pensare che c'è la mafia su questo mercato?


PS: il nuovo direttore Sylvain Bellenger ancora non si è visto. Almeno così mi ha riferito un custode.

mercoledì 2 settembre 2015

DOCENTI DEPORTATI

La notte di "Santa Assunta".
Ore 00.01.

Un sistema che si inceppava, con un algoritmo di cui non è dato sapere su quali parametri stabiliva a quanti chilometri sbattere qualcuno che per 15 anni o più ha insegnato come supplente la disciplina per cui ha studiato e ritrovarsi a 50 anni e più a tappare un buco.

Notte insonne per molti.
Perché evidentemente l'algoritmo era fatto per attutire le urla di disperazione e i pianti, nella notte.
Da soli, coi propri cari davanti a un monitor nel silenzio della notte.
Per evitare assembramenti di qualche comitato.
Perché si sa, gli assembramenti generano tempeste di idee e quelle possono diventare pericolose per qualsiasi sistema impositore. Anche per un algoritmo.
Perché il giorno dopo fosse già tutto smorzato con una rabbia ormai priva di potenza lasciando il posto a depressioni, lacrime, delusione…

Famiglie spaccate, trasferimenti, con mutui da pagare e fitti da pagarsi in altra città con uno stipendio misero per chi contribuisce a formare la spina dorsale di un Paese. L’oro vero di una civiltà normale.
Marito e moglie docenti precari a 400 o 800Km di distanza tra di loro. Perché l’algoritmo così ha “pensato”.
Moglie disoccupata a casa con genitori allettati e marito a 800Km di distanza che con circa 1.200,00 euro dovrà mangiare, pagare il mutuo, pagarsi il fitto, il fecciarossa nel fine settimana ecc. ecc.
L’algoritmo così ha “pensato”.
Ci saranno stragi in famiglia. L’equilibrio mentale sarà compromesso da situazioni di merda e non saranno pochi i casi di omicidio-suicidio.
L’algoritmo ha “pensato” anche ai risvolti sociali. Tranquilli.

Non sono deportati perché nessuna legge li obbligava a fare questa domanda.
Ma il terrorismo psicologico ha vinto.
L’assenza e l’incapacità dei sindacati hanno vinto.
L’incapacità della classe docente, precaria e non, nel compattarsi per boicottare in toto questa grande porcata, ha vinto.
La politica ignorante ha vinto.
La tecnica di disgregazione di massa ha vinto.
L’algoritmo aveva “pensato” a tutto.
L’algoritmo ha vinto.

La mia solidarietà a chi si è lanciato nel baratro toccando il fondo questa notte.
La mia solidarietà anche ai coraggiosi che hanno invece affrontato la strada del boicottaggio non compilando quella maledetta domanda-porcata.

Che Dio vi benedica tutti.


















lunedì 31 agosto 2015

IL PATRIMONIO CULTURALE SCOMPARE?

PATRIMONIO UNO:
Una quinta imbarcazione romana trovata durante i lavori della metro a P.zza Municipio.
Non tutti sanno che le altre stanno sotto sale da qualche parte a Piscinola (così mi disse il personale della metro all'inaugurazione della stazione Municipio).

PATRIMONIO DUE:
L'opera di Michal Rovner nella stazione Municipio della metro L1 sembra che sia ancora "spenta" per guasto ai proiettori. Solo pochi fortunati hanno avuto il tempo di vederla in funzione.

PATRIMONIO TRE:
Il monumento allo scugnizzo di Marino Mazzacurati è stato da anni smontato da P.zza Vittorio Emanuele III per lavori della Linea 6.
Lo rimetteranno al suo posto quando i lavori saranno finiti.
Così dicono. Sì, ma quando?

PATRIMONIO QUATTRO:
La Fontana del Gigante sita in via Partenope non ha tutti i suoi pezzi rispetto alla versione originale realizzata da Pietro Bernini e Michelangelo Naccherino: i vari spostamenti che ha subìto da un punto all'altro della città avranno contribuito alla trafugazione da parte di qualche tombarolo dell'epoca.

PATRIMONIO CINQUE:
Sembra che l'archivio storico dell'ENEL (fondato nel 2008) si voglia trasferire fuori Napoli, fuori Campania e non ne ho ben compreso i motivi.

Solo quattro esempi per rendersi conto che a volte inventariare i Beni Culturali non basta. Occorrerebbe una tracciabilità trasparente, consultabile online e in tempo reale da chiunque. Perché è roba che ci appartiene consentirebbe di fare un po' di cassa a noi e non a depredatori, tombaroli, fanatici che adorano mostrare nel loro giardino un reperto storico.

sabato 29 agosto 2015

ANFITEATRO CAMPANO: PERCHÈ POCA AFFLUENZA?

Scarsa affluenza all'Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere.


Chiesi alla biglietteria quante presenze c'erano state a un'ora dalla chiusura: "un centinaio".
Non è questione di costo del biglietto (2,50 euro), ma credo sia una questione logistica.
Mancanza di promozione del luogo, collegamenti di trasporto pubblico con la Reggia di Caserta o altre località vicine di interesse storico-archeologico-culturale-paesaggistico.
Un patrimonio abbandonato un po' a se stesso che in Svizzera o in Francia lo spremerebbero all'osso per fare quattrini.

Eppure da tre anni c'è un bel bookshop con annessa ristorazione bio e nel museo dei Gladiatori vi sono reperti che manco il Colosseo ha.
Nei paraggi c'è un patrimonio dell'età del bronzo (il museo archeologico) che manco il MANN custodisce e una grandissima rarità: il Mitreo (ieri, 20 visite).
Ne vogliamo parlare?

martedì 25 agosto 2015

CRIMINALI DELLA CULTURA

Per favore, non scandalizziamoci di fronte alla distruzione di resti archeologici a Palmira e dintorni quando quel che si sta facendo in Italia nella massima legalità (trivellazioni, condoni, legge sul silenzio-assenso per costruire anche lì dove ci sono vincoli paesaggistici, eliminazione degli alberi nelle città, mancata messa in sicurezza delle zone a rischio frana, riforma dei Beni Culturali...) non è da meno.

Criminali dell'umanità sia gli uni che gli altri.
Imperdonabili.

sabato 22 agosto 2015

MUSEO NOVECENTO E IL SUO DESTINO

Museo Novecento.
San Martino.
Napoli.

Una chicca molto sconosciuta ai napoletani e ai turisti.
Se fossi uno dei donatori delle opere lì custodite, ritirerei la mia.


Relazione di un cittadino (me):


- All'ingresso di Castel Sant'Elmo non è evidenziata la presenza di questo museo che custodisce il meglio degli artisti campani dal 1910 al 1980.

- Fai il biglietto di 5,00 euro ma non viene detto che il biglietto vale sia per la passeggiata al castello che per il museo.

- Non è climatizzato, l'aria condizionata è guasta e immagino ciò quanto possa compromettere alcune opere.

- Puzza di scarpiera misto a fogna invade l'intero spazio.

- Le targhette didascaliche delle opere sono solo in italiano.

- Oggi un solo custode senza tesserino identificativo che faceva un po' di perlustrazione.

- Alcune targhette a terra, altre sulle stesse opere visto che si erano scollate.

- I dispenser delle schede esplicative in varie lingue non sono posizionati all'ingresso del museo ma quasi nascosti e non sono ben divisi per stanze e per lingue e le stesse schede sono mischiate tra di loro.

- L'illuminazione non valorizza le opere.

Se qualcuno conosce di persona Nicola Spinosa e Angela Tecce glielo dicesse.


LA RISPOSTA DI ANGELA TECCE:

Il mio ‘mi piace’ significa: molte cose sono vere, ma rimbocchiamoci le mani, i musei sono nostri!!!
Potrei dilungarmi in giustificazioni, purtroppo tutte inoppugnabili, per me Direttore di Castel Sant’Elmo, fino allo scorso giugno, per Mariella Utili nuovo Direttore del Polo Museale della Campania solo da marzo scorso e per la nuova direttrice di Sant’Elmo Annamaria Romano: le difficoltà amministrative in questo momento di trasformazione del nostro Ministero, le carenze di personale, di fondi e così via.
Preferisco invece rilanciare. Quanti sanno che Sant’Elmo nel 2014 è stato il museo più visitato a Napoli, dopo l’Archeologico (133267 visitatori!!!), che è giunta alla sua quinta edizione il premio per giovani artisti sotto i 35 anni, Un’opera per il castello, che assicura ogni anno la realizzazione di una nuova opera allo stato, che vi si tengono i giovedì contemporanei , incontri che hanno luogo da più di tre anni? (consultate le pagine facebook realizzate da giovani e valentissimi volontari!). Tra dicembre e febbraio scorsi si è tenuta Rewind, la mostra sugli anni ’80, grazie alla quale ora il museo è oggetto di un ampliamento con l’aumento del patrimonio esposto e nuovi ausili didattici. Cosa voglio dire? Che 900 a Napoli. Per un museo in progress titolo voluto da chi scrive e da Nicola Spinosa è la memoria storica della vita culturale della nostra città nel secolo scorso, è la traccia per capire le ragioni del presente, anche dei nuovi musei come il Madre. Quindi l’indignazione è giusta se diviene anche sostegno e impegno!!

venerdì 21 agosto 2015

UNA STRADA A NAPOLI DA DEDICARE A FRANCESCO ROSI

Una strada da dedicare a Francesco Rosi?
È difficile per la toponomastica di Napoli?

Io non so perché via Medina sia una strada "doppia" ma se ne possiamo fare a meno di uno dei due tratti, dedicherei quello che passa avanti alla Questura al maestro Rosi anche per "affinità legali" visto il suo impegno per il cinema di inchiesta.

Si può fare?

martedì 18 agosto 2015

7 DIRETTORI STRANIERI SU 20 PER I MUSEI ITALIANI?

Premesso che:

  • sono entrati attraverso un concorso a cui ha partecipato il meglio che c'era disponibile (almeno così si dice);

  • non siamo un Paese per musei perché destiniamo poche risorse rispetto ad altri internazionali;

  • c'è un bando da 640milioni in corso per la gestione privata dei musei di cui si teme corruzione per l'affidamento...;

Per me, ideologicamente, è cosa buona perché il patrimonio artistico, culturale, scientifico... è Bene Comune. Senza confini.

Del resto abbiamo ad esempio Fabiola Gianotti che è direttrice del CERN.

Io credo che i "magnifici 7" avranno breve durata perché ad esempio un tedesco è "tedesco" e non so fino a che punto riuscirebbe a resistere a certe sciatterie del sistema-MiBACT e dei ministri che si susseguiranno. Prevedo dimissioni nell'arco di pochi anni di alcuni di loro.

I saccheggi e i furti ci saranno sempre e non credo dipenda dalla nazionalità di un direttore di museo se pensiamo che un Dell'Utri si è ritrovato con "certi" libri regalatigli dallo stesso Massimo De Caro, ex direttore della libreria dei Girolamini.

Non so... mi sembra cosa né buona né cattiva.
Il malessere credo invece sia nella nuova riforma che, quella sì, è una storia italiana.

lunedì 17 agosto 2015

PERCHÈ VENGONO I TURISTI A NAPOLI?

Forse me lo chiedo solo io...

Perché ci sono tanti turisti a Napoli?
Quanto hanno influito le foto che circolano sui social?
Quanto alcune scene dedicate ai monumenti di Napoli di "Un Posto al Sole"?
Quanto alcune riprese aeree del giro d'Italia?
Perché, diciamoci la verità, questo che vediamo per le strade, è tutto turismo "spontaneo", cresciuto senza una vera programmazione annuale o biennale.

Ecco, questo farei se fossi un'istituzione preposta alla fruizione del turismo: sondaggi. Fermare i turisti per strada e chiedere perché sono qui.

giovedì 13 agosto 2015

DISTRUZIONE DELL'ITALIA... PER DECRETO

Allora, ricapitolando...


1) ll decreto Madia serve a lasciare carta bianca a chi deve cementificare e devastare il territorio, grazie allla legge sul silenzio-assenso da parte delle soprintendenze.

2) L'eliminazione del Corpo Forestale serve a non avere più rompicoglioni, "civette" che potrebbero girare le notizie di ciò che vedono agli ambientalisti che diventerebbero a loro volta rompicoglioni bloccando con manifestazioni "terroristiche" la costruzione di resort, alberghi anche in territori protetti. Ma il paesaggio non sarà più protetto? E chi se ne fotte del paesaggio.

3) I 12 inceneritori che si dovranno costruire non avrebbero motivo di esistere se persistessero gli impianti di riciclo e quindi vanno incendiati.

4) Le trivellazioni nell'Adriatico non sono che la ciliegina sulla torta perché in fondo si riprenderanno anche in Emilia Romagna, tanto i terremoti ci fanno un baffo:

5) I prossimi condoni edilizi serviranno ad incrementare i disastri tipo Liguria, Calabria e dintorni.

Ho dimenticato qualcosa?

mercoledì 12 agosto 2015

IL CILENTO, LA SUA COSTIERA E DISCOTECA CICLOPE

© Alberto Cicolella
È troppo poco che ci sia scappato solo un morto.

Perdonate la durezza, ma qui se non ci sarà una strage, se rocce, fango, frane di qualsiasi genere non provocheranno almeno una cinquantina di morti in una botta, non esisterà opinione pubblica che farà tremare le chiappe di alcun Governo per far mettere in sicurezza l'Italia sotto il profilo idro-geologico.
Perché la fatalità non esiste.
Esiste la prevenzione.


È stato costruito scelleratamente ovunque.
Quando feci la 3a elementare forse solo a me insegnarono certe cose sull'utilità degli alberi e delle loro radici.

Sono stato dopo dieci anni nel Cilento ed ho visto le colline imbrattate di cemento in ogni dove. E la popolazione non è certo aumentata in proporzione in quelle zone.
Baffi di scogliera per creare attracchi per diportisti ma che hanno fatto scomparire tratti di spiaggia sulla costa.

Chi conosce il decreto Madia approvato al Senato pochi giorni fa?
È una perversione che non farà altro che devastare ancor di più il paesaggio.
E, scusate la durezza, spero che la tragedia avverrà.
Perché forse solo allora qualche "diversamente" politico potrà mandare a cagare le lobby del cemento.

martedì 24 febbraio 2015

Il popolo del 1° rigo

SMS, poi Twitter, poi l’iper-posting di Facebook. Negli ultimi anni la tecnologia ha creato ulteriori influenze sulla comunicazione che darà dei risvolti negativi nei rapporti interpersonali se ci lasciamo coinvolgere.



Si è riscontrato che su Facebook la maggior parte della gente commenta il post di un articolo leggendone solo il titolo.
Poi c’è anche chi commenta senza leggersi gli altri 150 commenti di un post ripetendo involontariamente a pappagallo ciò che qualcuno ha già scritto.
Anche perché a volte non si clicca sul “visualizza altri commenti” per seguire tutta la conversazione.
Sarà superficialità nell’affrontare un dialogo o semplice desiderio narcisistico di affermare la propria presenza, molto spesso la conversazione in rete diventa una bailamme di parole inutili.

Scrivere un pensiero in 140 caratteri senza dare adito a incomprensioni e derisioni è roba per pochi. La classifica dei twitt di Gazebo
A destra Diego Bianchi conduttore di Gazebo © Peppe Esposito
è una delle più grandi genialate in termini di comunicazione.
Provate a leggere una chat di vostro figlio: qlcn (qualcuno), qlcs (qualcosa), xke (perché), sono termini ormai antiquati rispetto al linguaggio abituale attuale dei ragazzi dai 20 anni in giù.
I giovani chattatori si capiscono tra di loro ma forse loro si stanno disabituando a comprendere gli adulti e, peggio ancora, avranno non poche difficoltà di concentrazione per leggere un testo universitario.
Ma il problema non riguarda solo loro.

Anche gli adulti si stanno abituando a fruire la grossa quantità di informazioni generata dai social network, con una velocità tale che incosciamente tendono a tagliare ciò che ritengono superfluo. È uno degli effetti da iper-informazione. Il sovradosaggio di informazioni che satura al punto tale da by-passare l’approfondimento.
“Sì, ne ho sentito parlare”, “ho saputo ma cosa è successo?”, “mi è sfuggito, non sapevo”… sono solo alcune delle frasi pronunciate da un tipo di persona probabilmente assordata dall’esagerata quantità di informazioni a cascata e senza filtro.

Persone che io chiamo “il popolo del primo rigo”, quello che ti risponde senza che tu capisca se non hai capito tu la risposta o lui non ha afferrato il senso di ciò che hai scritto; quello che ti fa una domanda anche se la risposta è già in ciò che hai scritto; quello che sembra che sia il boicottatore di quel famoso gioco del passaparola facendoti ritornare un concetto storpiato rispetto alla fonte iniziale.

Eppure le parole sono belle. L’Italiano poi è una lingua che consentirebbe l’azzeramento delle incomprensioni vista l’enorme quantità di vocaboli disponibili.
Leggiamo fino in fondo, fino al 100° rigo, fino all’ultima pagina. Altrimenti asteniamoci dai commenti.
Leggere è bello. Capire ciò che si legge è ancora più bello.
E se hai letto fin qui, sicuramente non fai parte del popolo del 1° rigo.


Dedicato a Marshall McLuhan.



mercoledì 14 gennaio 2015

Cinema! Un viaggio lungo 120 anni...

Nel 2015 il cinema compie 120 anni e la Tandem Entertainment lo festeggia con un video di quattro minuti.
Senza il cinema forse avremmo letto più libri, avremmo mangiato più pizze, avremmo raccontato di più.
Avremmo sognato di meno.
Avremmo riso e pianto di meno.


Negli anni ’70 rubavo il quotidiano di papà per scorrere con le dita i titoli dei film che erano in programma nelle tante sale cinematografiche di Napoli. Tutti i sabato o domenica sera si andava al cinema. Erano i tempi in cui si poteva. Non si parlava di crisi economica, al massimo di austerity che a me bambino sembrava una festa per il solo fatto di poter andare in bici per le strade senza l’ombra di un’auto.

Erano i tempi in cui c’erano i film vietati ai 14 ai 16 e ai 18 anni. Chi stabiliva quale film fosse vietato a un quattordicenne o a un maggiorenne non ne avevo idea ma ricordo che per il Padrino e Romanzo popolare riuscirono ad infilarmi in sala.

Il film da vedere lo sceglievano mio fratello o mia sorella e a me andava bene lo stesso, purché mi ritrovassi in quella sala affollata per godermi la magia dello schermo.

Non leggevamo critiche e recensioni, ci fidavamo dell’intuito e quindi andavamo abbastanza a colpo sicuro. Come per Yuppidu di Celentano che spaccò il pubblico in due: quelli che apprezzarono e quelli “che schifo di film”. Noi eravamo tra quelli che colsero la genialità di certe soluzioni sceniche, visive: il falso fermo immagine col mitico ballo di Jack La Cayenne, il sogno premonitore di Celentano che in realtà non si trovava a Venezia ma si era svegliato nella casa allagata…

La carica dei 101 e gli Aristogatti furono i cartoni animati (all’epoca si diceva così) che soddisfarono il mio bisogno di giustizia verso gli animali.

Per 2001 Odissea nello spazio del grande Kubrick eravamo solo io, mio padre e mio fratello di tutta la famiglia. Ricordo che durante il film c’era tanta gente che si alzava per andarsene e noi invece, inchiodati fino alla fine sulle poltroncine per capire “dove voleva arrivare”. Non dimentico il piccolo dibattito in auto, mentre si rientrava a casa, tra mio padre e mio fratello ed io cercavo di capire ascoltandoli il senso del film. Un film che poi ho amato anni dopo comprendendone la genialità dell’autore.

Erano gli anni dei film di Alberto Sordi, Monica Vitti, Giancarlo Giannini, Vittorio Gassman, Terence Hill e Bud Spencer, gli anni di Sergio Leone, della Wertmuller e tanti altri. C’era poco cinema americano, al massimo qualche James Bond con Sean Connery.

Il cinema italiano anche se di cassetta, commerciale, era ottimo cinema. Le sale erano sempre piene e ricordo di quando ancora non era posto il divieto di fumare. Di quando la luce dal proiettore allo schermo era un cono di fumo nel buio che agli occhi di un bambino faceva sembrare anch’esso magia.

Dagli otto agli undici anni ebbi la fortuna di farmi una scorpacciata di cinema. Gli anni ’80 hanno poi rotto un po’ le scatole alle sale trasmettendo film realizzati 2-3 anni prima.
Credo che ogni individuo che abbia visto tanti film nella sua vita oggi sia una persona migliore.

Grazie cinema.
Buon compleanno cinema!

Ziomarco e la fabbrica dei sogni.