martedì 29 settembre 2009

BENI CULTURALI E MAFIA/CAMORRA (un'ipotesi)



Chi ha visto la puntata di Riccardo Iacona Domenica 27 Settembre 2009 si sarà probabilmente chiesto anche nei giorni seguenti "perchè".

Perchè l'Italia che vanta una grande concentrazione di siti culturali ha un'incidenza sul PIL inferiore alla media europea.
Perchè non si investe sui beni culturali visto che l'Italia ne è piena.
Perchè si penalizzano i fondi per tutto l'indotto che ruota intorno alla valorizzazione dei beni culturali: chiusura di scuole di restauro, tagli, personale mancante nei siti.

Ho fatto un'ipotesi...

Da un lato il Governo attiva una serie di finanziamenti per servizi museali che sono di tipo monopolistico e che non danno adito allo sviluppo di altre attività che potrebbero essere connesse.

D'altro canto, abbandonare a sè stesse occasioni di recupero di reperti archeologici potrebbero essere occasione di traffico clandestino per la criminalità organizzata.

E poi ancora, ricordiamoci che questo è il Paese delle Emergenze: meglio non tenere a posto le cose perchè fruttano più soldi agli "amici degli amici".
Se c'è un terremoto in vista, meglio non allarmare, non consolidare gli edifici a rischio e trasformare invece l'evento in fatalità.
Se sappiamo che Napoli si allaga alle prime 4 gocce d'Autunno, meglio non adeguare il sistema fognario, fare manutenzione ai tombini: si guadagna molto di più con l'emergenza, con strade devastate come da uno tsumani e da far mettere a posto alle solite imprese.
Se una città è sommersa da rifiuti, meglio non organizzare un impianto di TMB (trattamento meccanico biologico che ricicla oltre il 90% dei rifiuti urbani), ma fare eco-balle, più "balle" e poco eco, mischiando tutti i rifiuti urbani per motivare la costruzione di inceneritori (che qualcuno chiama termovalorizzatori) ai quali i cittadini si ribelleranno per la loro tossicità e lasciando l'emergenza aperta che continua a fare incassare alle imprese. O, meglio ancora, scaricare i rifiuti in giro per zone agricole e farle bruciare (la terra dei fuochi) dalla manovalanza della criminalità organizzata che nel frattempo ha incassato fior di quattrini per lo smaltimento, con "regolari" contratti.